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Sanremo Giovani 2022: le mie pagelle

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December 13, 2022 by Mosè Viero

Sanremo 2023 si avvicina: il direttore artistico e presentatore Amadeus ha già annunciato i 22 BIG, ma a loro si aggiungeranno ben 6 Giovani. Venerdì 16 dicembre scopriremo chi sono tra i seguenti 12: la metà dunque approderà all’Ariston, dove durante il Festival si dovranno gestire ben 28 partecipanti. Amadeus sembra intenzionato a finire il suo Sanremo sempre più tardi: un’operazione che ha perfettamente senso dal punto di vista della raccolta pubblicitaria, ma che ridurrà noi fan della manifestazione a degli zombi in quella settimana.

Scopriamo chi sono i partecipanti alla selezione dei Giovani e quali sono i loro brani: ovviamente chi approderà a Sanremo canterà un pezzo inedito, peraltro già conosciuto da Amadeus (e questo influenzerà senza dubbio il voto del direttore artistico, che peserà molto in fase di selezione).

Trovate tutti i videoclip delle canzoni nella pagina dedicata su RaiPlay.


Colla Zio – Asfalto

È un collettivo milanese (da cui il nome) di cinque giovani: la band risultante è singolarmente ‘egualitaria’, nel senso che cantano un po’ tutti e nessuno viene messo in evidenza più di altri. Il pezzo è un collage strutturato di più momenti: parti rap, ritornello ritmato ma dalla melodia chiara, vari bridge di diverso colore, alcuni strumentali. La tematica è sentimentale ma il testo si concede molte spiritosaggini: il risultato finale ricorda un po’ Lo Stato Sociale. Non male, ma neanche particolarmente originale.
Voto: 6


Fiat 131 – Pupille

Bizzarro pseudonimo di Alfredo Bruno, cantautore calabrese di classe 1993, che si è ispirato al modello dell’automobile del nonno. Il pezzo è una ballatona sentimentale dalla struttura retrò ma dall’arrangiamento moderno: peccato che il testo sia davvero banale e sdolcinato, e inanelli una serie di rime da galera (pupille/scintille, stelle/pelle). Ho visto papiri di laurea scritti meglio.
Voto: 5


gIANMARIA – La città che odi

Gianmaria Volpato è il nuovo scintillante esponente della new wave vicentina, già amico e collaboratore della sua regina Madame, noto al grande pubblico per la partecipazione a X Factor del 2021. La città che odi è un pezzo dal ritmo veloce e accelerante, quello che quelli bravi chiamano un uptempo: musicalmente si caratterizza soprattutto per il bel giro di basso che lo sostiene e per l’accenno elettronico anni 90 che chiude il ritornello. Non ci fa gridare al miracolo ma si distingue dal resto, anche grazie al testo stralunato, che stempera la gravitas del tema sentimentale.
Voto: 6


Giuse The Lizia – Sincera

Pseudonimo di Giuseppe Puleo, palermitano di 19 anni. Sincera è forse il nostro pezzo preferito tra quelli in gara: ha un arrangiamento stratificato e avvolgente e un andamento monocorde vagamente vintage, che ricordano lo stile e l’approccio di un Samuel. Non ci convince affatto, d’altro canto, la pronuncia affettata un po’ alla Topo Gigio, un problema peraltro che all’orecchio di noi vecchi hanno quasi tutti i giovani (dev’essere questo quello che chiamano il “parlare in corsivo”). Può migliorare con l’esperienza.
Voto: 7


Mannini – Mille porte

Alessio Mannini è un ragazzo pugliese del 1997; pubblica canzoni già da diversi anni e ha partecipato anche ad AmiciMille porte è una ballatona sentimentale dalla buona apertura melodica, con scartamenti sufficienti a conferirle un’aria moderna; il testo, dolente e lamentoso come solo i giovani sanno essere, ha momenti di fastidiosa stucchevolezza. Non c’è niente di particolarmente nuovo o originale: è un compitino fatto per strappare la sufficienza, ma noi siamo stronzi e non gliela diamo.
Voto: 5


Mida – Malditè

Christian Mida è un rapper milanese di classe 1999, con madre venezuelana e padre italiano. Malditè è un pezzo in realtà più pop che rap, caratterizzato soprattutto dai saliscendi e dalle capriole vocali e con ritornello a base di tururu, un po’ alla Zero Assoluto. Il testo vorrebbe parlare di una relazione tossica, ma complice anche la dizione imperfetta si capisce poco e sembra il solito dolente pistolotto sentimentale.
Voto: 5


Noor – Tua Amelie

Noor Amelie Mocchi è una giovanissima urbinate, di classe 2004. Nata in Kirghizistan, in Asia centrale, ha madre asiatica e padre di Bergamo. Si è fatta notare su Tik Tok, un po’ come Matteo Romano lo scorso anno. Il pezzo è una lettera della cantante a se stessa: a detta della stessa autrice e interprete parla di una violenza e del tentativo di uscirne con la consapevolezza di piacere a se stessa. Il fatto che si debba ricorrere alle note a piè di pagina scritte dallo stesso artista per capirne il senso non depone a favore dell’opera: d’altro canto è tipico dei giovanissimi parlare di massimi sistemi in modo evocativo e fumoso, quindi la perdoniamo. Il cantato è molto pulito e del tutto alieno dal “corsivo”: complessivamente, però, il pezzo è troppo manierato per convincerci appieno.
Voto: 5


Olly – L’anima balla

Pseudonimo di Federico Olivieri, genovese del 2001. L’anima balla è un pezzo curioso: la strofa è trap, il ritornello è dance dura e pura. Peccato che il tutto sia decisamente iperprodotto, con effetti e autotune a manetta e una dizione biascicata che ti fa venir voglia di prendere il cantante a schiaffi per sistemargli la masticazione. Uffa.
Voto: 5


Romeo & Drill – Giorno di scuola

Duo romano composto da Patrizio Romeo e Francesco Manfredi, in attività dal 2019. Giorno di scuola è pop esile e spensierato, anche questo un po’ in stile Zero Assoluto. Il testo è veramente imbarazzante: Farei un giro sì ma sopra di te / tra le vie tra gli Champs-Élysées; Hai le foto mie ma tanto non le guardi più / pensi che sia vero invece era solo un déjà-vu. Il video è altrettanto cringe, come dicono i giovani: il look da duro che non deve chiedere mai cozza visibilmente con la cretineria della canzone. Il premio Gigi d’Alessio spetta senza dubbio a loro.
Voto: 3


Sethu – Sottoterra

Pseudonimo di Marco De Lauri, savonese del 1997. Sottoterra è un bel pop-rock trascinante e dal respiro internazionale, che a tratti ricorda i Placebo o i Muse. Peccato che la voce sia un po’ troppo effettata e incline a un fastidioso falsetto che storpia le parole e le rende poco comprensibili. La qual cosa peraltro può anche essere un vantaggio visto che si tratta del solito polpettone sentimentale, solo un filo più fintamente ribelle. Occasione sprecata.
Voto: 6


Shari – Sotto voce

Shari Noioso (che vita d’inferno deve aver avuto) è una cantante di Monfalcone nata nel 2004 e con già esperienze importanti alle spalle, per esempio una collaborazione con Salmo. Sotto voce è un pezzo tragico, pervaso di quel pessimismo cosmico che solo da giovanissimi si riesce a veicolare senza scoppiare a ridere sul più bello. La canzone comincia col ritornello melodico, solo piano e voce, per poi lasciare spazio a una strofa con tappeto ritmato e carattere più rap. La tonalità dell’interprete è molto simile a quella di Malika Ayane, con cui all’inizio la si può tranquillamente confondere (e non è un buon segno). Le atmosfere possono catturare i giovani vittime del male di vivere, ma a uno della mia età fanno solo sollevare il sopracciglio.
Voto: 5


Will – Le cose più importanti

William Busetti, trevigiano di 21 anni, è noto al pubblico soprattutto per aver partecipato a X Factor nel 2020. Le cose più importanti è pop italiano molto classico, dall’impronta ben codificata e riconoscibile, che starebbe benissimo nel repertorio di un Francesco Renga. Con un testo meno banale potrebbe anche funzionare vista la struttura ultra-collaudata: peccato che anche in questo caso il tema sia l’ennesimo mollamento tra morosi. Apparentemente i giovani d’oggi non fanno altro che lasciarsi o riflettere sulla tragicità della vita. Io a suo tempo risolsi brillantemente uno dei due problemi restando single fino a dopo i venti: vedi com’è facile?
Voto: 5


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