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L’America è vicina

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January 7, 2021 by Mosè Viero

Le drammatiche vicende washingtoniane delle ultime ore ci inquietano, e dovrebbero farlo non solo perché abbiamo a cuore le sorti della più importante democrazia del mondo ma anche perché mettono in scena uno spettacolo che potremmo veder presto replicato anche nel nostro Paese. Se l’assalto al Campidoglio può servire a qualcosa, dobbiamo sperare che serva a farci realizzare che quello che chiamiamo populismo altro non è se non la versione postmoderna del fascismo: e in questo preciso momento il più importante partito populista italiano è al Governo ed esprime nientemeno che il Presidente del Consiglio.

Le giravolte che hanno visto Conte e il suo partito di riferimento passare disinvoltamente dall’alleanza con Salvini a quella con il Partito Democratico non devono farci dimenticare la natura del personaggio e della sua forza politica di riferimento: puro distillato di populismo.

Certo, Salvini e Meloni sono probabilmente ancora peggiori: la mossa renziana che nel 2019 ha portato alla nascita del Conte II è stata saggia, viste le alternative. Eppure anche adesso il principale partito che dovrebbe in teoria combattere il populismo sembra non vedere l’ora di consegnare il Paese al Felpato e ai suoi alleati; come d’altro canto non vedeva l’ora di fare anche durante la crisi del Papeete, quando si vide stoppato solo dalla esuberanza del Rignanese.

Ecco perché l’America è vicina: la nostra destra è quasi tutta trumpiana, i 5 Stelle sono trumpiani e gli anti-trumpiani non riescono a mettere a punto un piano migliore di quello di dare il potere ai trumpiani, e finora non ce l’hanno fatta solo per le bizze di qualche partitino. Cosa potrà mai andare storto?


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