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La regressione alla bestialità

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April 11, 2020 by Mosè Viero

Nella prima traccia del suo ultimo album, intitolata Uro, Vinicio Capossela parla delle decorazioni parietali delle grotte di Lascaux in Francia. Il verso che sostiene tutto l’apparato lirico del brano è il seguente: “Antropo sollevò la testa dalle ossa fumanti / e cominciò a giocare il gioco di diventare uomo”. Cioè: l’ominide preistorico è diventato uomo quando ha cominciato a dedicarsi all’inutile, al frivolo, al non-necessario. È l’arte ciò che è alla base di ogni civiltà.

Qualche sera fa, nella trasmissione di La7 Otto e mezzo, un classicamente iracondo Cacciari si chiedeva retoricamente: perché un imprenditore che produce scarpe (esempio mio) non può lavorare mentre il suo vicino che produce cibo può farlo, anche se entrambi sono in grado di rispettare i protocolli di sicurezza? Gli rispondeva un piacione in forze presso la Pravda del Governo: perché il cibo è necessario mentre il resto no.

La scandalosa inadeguatezza di chi sta gestendo questa epidemia nel nostro Paese è tutta racchiusa da questo confronto. Anziché fissare regole chiare e adoperarsi affinché tutti le seguano, il nostro amato Governo ha scelto la via più semplice e più stupida: chiudere tutto. Tranne, ovviamente, ciò che è necessario. E chi decide ciò che è necessario? Il Governo stesso, naturalmente. Che per decidere si è basato su criteri letteralmente preistorici, o forse dovremmo dire pre-civili. A essere necessario è il puro e semplice riempimento dello stomaco. Tutto il resto è triviale, superficiale, non necessario in una situazione di emergenza. Abbiamo visto e vediamo i supermercati arrivare a ‘schermare’ le sezioni di cartolibreria: non sia mai che a qualcuno possa venire in mente di disegnare. Abbiamo assistito a forze dell’ordine multare chi è andato al supermercato e ha comprato solo bottiglie di vino: niente da fare, annegare il dispiacere nell’alcol non è consentito, siamo in emergenza.

Mi pare che ben pochi, anche tra i commentatori, stiano mettendo a fuoco la letalità del messaggio che sta passando dal modo in cui questa situazione è gestita. Siamo preda di una ipnosi collettiva di stampo terribilmente reazionario che sta coinvolgendo tutti, anche chi è liberale, anche chi è progressista. Per certi versi, il virus sta mettendo impietosamente in luce le vere inclinazioni di ciascuno di noi. A tante, tantissime persone lo Stato etico non dispiace affatto: in fondo, avere un’autorità che ti dice quello che ti serve e quello che non ti serve libera da parecchie preoccupazioni. Ma una democrazia liberale deve contemplare qualsiasi variabile, anche colui che decide di saltare i pasti pur di riuscire a comprarsi l’automobile che ha sempre sognato.

Occorre mettere bene a fuoco che il virus con queste regole assurde e pre-moderne non ha niente a che fare. Perché il tabaccaio può mettersi in sicurezza e lavorare e il giocattolaio no? Per quale motivo lasciamo decidere al Governo cosa dobbiamo fare del nostro tempo con questa incredibile nonchalance? Dov’è il partito che difende la civiltà?


5 comments »

  1. Nemo says:

    In merito a quanto si scrive qui:

    “Anziché fissare regole chiare e adoperarsi affinché tutti le seguano, il nostro amato Governo ha scelto la via più semplice e più stupida: chiudere tutto”

    Il governo ha fissato una regola chiara(chiudere tutto) e si è adoperato affinché tutti la seguano: lo dimostrano i rigidi provvedimenti presi con ammende (non multe) da 3mila euro. Inoltre le pattuglie delle forze dell’ordine hanno girato con gli altoparlanti a tutto volume per incoraggiare le persone a non uscire. Per non parlare dei vari comunicati televisivi, intervallati anche durante le trasmissioni.
    Purtroppo il popolo italiano è allergico alle regole, e ci sono state diverse violazioni. Ma questo è un altro discorso.

    Poi si può anche discutere sulla validità o meno della decisione di chiudere tutto.
    Vorrei far presente all’autore dell’articolo che la decisione di chiudere tutto è stata adottata anche da tantissimi altri governi, europei e non. Casi eclatanti sono quelli di Regno Unito e Svezia che, dopo un primo momento di stupida e ottusa spavalderia, spinta anche dai più beceri istinti razzisti di presunta superiorità, hanno subito fatto marcia indietro a gran carriera. Possiamo dire che, in un’occasione più unica che rara, l’Italia è stata capace di dare il buon esempio agli altri Paesi. Ed è da notare che il nostro comportamento è stato preso come modello da tantissimi altri Paesi nonostante le differenze culturali e soprattutto politiche. Se non erro al momento il 50% della popolazione mondiale si trova in quarantena. Si sta parlando di quasi 4 miliardi di persone.
    E si vorrebbe sostenere che tutto questo è stato causato dal governo italiano? Minchia.

    Per quanto riguarda questo passo:

    “perché un imprenditore che produce scarpe (esempio mio) non può lavorare mentre il suo vicino che produce cibo può farlo, anche se entrambi sono in grado di rispettare i protocolli di sicurezza? [ … ] La scandalosa inadeguatezza di chi sta gestendo questa epidemia nel nostro Paese è tutta racchiusa da questo confronto. [ … ] E chi decide ciò che è necessario? Il Governo stesso, naturalmente. ”

    Mi viene semplicemente da replicare all’autore che provi a cibarsi di suole di scarpe e vediamo quanto riesce a campare. E andare contro all’idea che il cibo è necessario (anche se sarebbe più corretto dire “indispensabile”) è come affermare che l’acqua è infiammabile. Anche in questo caso l’autore ha perso totalmente la validità logica di quanto scrive.

    L’autore continua:

    “A essere necessario è il puro e semplice riempimento dello stomaco. Tutto il resto è triviale, superficiale, non necessario in una situazione di emergenza. Abbiamo visto e vediamo i supermercati arrivare a ‘schermare’ le sezioni di cartolibreria: non sia mai che a qualcuno possa venire in mente di disegnare.”

    Dato che siamo tutti costretti a passare le nostre giornate in casa, non credo che nessuno senta la cocente necessità o addirittura l’emergenza di procurarsi un nuovo paio di scarpe. Per quanto riguarda pennarelli e giocattoli, non mi sembra che Amazon abbia fermato le attività di consegna a domicilio. E vabbè, ci viene chiesto di cambiare abitudini d’acquisto in un momento estremamente critico. Chi sa che dramma. Oltretutto stiamo parlando di Amazon. Per quanto riguarda chi è uscito a comprare solo vino hanno fatto bene a fargli la multa. Bisogna muoversi il meno possibile, e questo la gente deve ficcarselo in testa. Quindi se aveva proprio necessità di ubriacarsi almeno poteva andare anche a fare la spesa, così mangiava a stomaco pieno che fa anche meno male. Ed evitava la multa, ma guarda un po’.

    • Mosè Viero says:

      Questo commento è perfetto perché esemplifica proprio quello che intendevo nell’articolo: c’è tanta voglia di Stato etico. Io invece ho tanta voglia di democrazia liberale, dove chi vuole mangiare suole di scarpe o ubriacarsi fino alla morte può farlo senza che arrivi un funzionario pubblico col ditino alzato a fargli la morale.

  2. Nemo says:

    Quindi fondamentalmente si propone l’anarchia: abbiamo una pandemia in corso e tutti posso fare cosa cazzo gli pare. Mi sembra giusto.

    Il commento di cui sopra esemplica perfettamente il gretto egoismo tipico italiano: io non rischio di morire di coronavirus perché rientro in una fascia di età per cui il tasso di mortalità è praticamente nullo. Ergo, me ne sbatto delle regole, anche quando sono state fatte per salvaguardare l’incolumità altrui. Anche quando vengono adottate da altre 4 miliardi di persone. Anche quando vengono adottate da decine di altri Paesi. Non sapevo che vivessimo in un’epoca in cui vige il moralismo a livello mondiale. In fondo l’autore dice che lui, nonostante la pandemia, vuole fare la stessa vita di prima come niente fosse. Perchè sì.

    Per quanto riguarda il signore che ha preso l’ammenda (non la multa) non l’ha ricevuta perché ha comprato il vino: l’ha ricevuta perché ha violato le regole di quarantena.
    Ma l’autore arriva a capire cosa è successo veramente?
    Io credo fermamente di no. Decontestualizza un fatto per fare un’inutile polemica contro il governo.

    Non si esce per comprare un solo prodotto alimentare, con la scusa di poter uscire nuovamente il giorno dopo. Facendo un semplice e sbrigativo esempio: se il signore avesse comprato 10 litri di vino, 10 chili di pasta e 10 chili di carne nessuno gli avrebbe fatto l’ammenda.

    È questo il punto, non la morale o il presunto Proibizionismo (che è finito da un po’ di tempo, e qui in Italia tra l’altro non l’abbiamo mai avuto).
    Alla base di questa quarantena non c’è la morale ma un approccio medico e sanitario.

    Dobbiamo sconfiggere una pandemia, e le persone devono muoversi il meno possibile per bloccare i contagi. Se oggi vado a fare la spesa per comprare 10 chili di pasta, poi domani ritorno per comprarmi 1 chilo di sale, poi dopodomani ci torno per comprare 5 chili di sugo al pomodoro e così via, sto trasgredendo il principio della quarantena: stare isolati il più possibile. Più mi muovo e più aumento la probabilità di contrarre e allo stesso tempo diffondere la malattia.

    La morale non c’entra: stiamo parlando di salute pubblica. Ed è soprattutto il termine “pubblica” che evidentemente sfugge alla comprensione dell’autore.
    Inoltre la salute pubblica è scevra da ogni morale, piuttosto si basa un’idea scientifica: diminuire il numero di contagi. L’instaurazione della quarantena non è un atto politico, è un atto medico-sanitario. La scienza (quella vera) non ha morale. La velocità della luce non si decide per alzata di mano.

    • Mosè Viero says:

      Nessuno mette in discussione la necessità di tutelare la salute pubblica. Quel che non torna è la presenza di regole del tutto irrazionali, basate su criteri di importanza che come spiego nell’articolo sono in tutto e per tutto pre-moderni. O meglio: quel che non torna è l’accettazione supina di queste regole irrazionali.

  3. Nemo says:

    Continuo a sostenere che l’idea soggiacente le regole è razionale: gli spostamenti devono essere limitati al minimo. Il famoso signore del vino avrebbe ricevuto l’ammenda anche se, al posto del vino, avesse comprato 10 litri di latte. È questo il punto che l’autore continua a travisare.

    E a dirla tutta, si tratta più di semplice buon senso più che di sofisticata razionalità.

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