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Elezioni amministrative 2015: dichiarazione di voto

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May 29, 2015 by Mosè Viero

Domenica 31 maggio più di mille comuni italiani rinnoveranno la giunta e ben sette regioni eleggeranno il proprio consiglio regionale e il proprio presidente. Non è un caso che Matteo Salvini ormai si manifesti contemporaneamente in quattro piazze e tre canali televisivi nello stesso momento: tutto è lecito pur di racimolare il voto di qualche povero di spirito. Il sottoscritto avrà per le mani ben due schede elettorali: una per le Regionali e l’altra per le Comunali veneziane (le prime a cui ho l’onore di prender parte, peraltro: mi è molto dispiaciuto, cinque anni fa, non poter contribuire allo spernacchiamento di Brunetta).

Dato che ho sempre pensato che chi non dichiara il proprio voto abbia qualcosa da nascondere, farò il mio consueto coming out. Così d’ora in avanti avrete un motivo in più per togliermi il saluto o farmi lo sgambetto per strada (ma vi consiglio di risparmiarvi la fatica: soffro di vertigini già di mio).

Le Comunali a Venezia

Cominciamo dalle comunali. Beviamo l’amaro calice e vediamo chi sono i candidati all’ambita poltrona di Sindaco di Venezia, in rigoroso ordine alfabetico.

Gian Angelo Bellati

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Presidente di Unioncamere Veneto (l’organismo che associa le Camere di Commercio, vale a dire le imprese, di tutta la Regione), nonché funzionario UE. È il candidato della Lega, quindi non servono particolari indagini per capire se è votabile: no, non lo è.

Luigi Brugnaro

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Questo brutto ceffo è il candidato di Forza Italia, NCD e varie liste civiche. Ha impestato i vaporetti con manifestini dal messaggio pregnante, tipo: “Né destra né sinistra, sono solo dalla parte dei cittadini” (ed è sostenuto dal Nuovo Centro DESTRA! HA!) Imprenditore milionario, patron di Umana Holding, è una via di mezzo tra Briatore (ma senza averne la cultura enciclopedica) e Berlusconi (ma le sue barzellette fanno leggermente meno ridere). Potrei anche pensare seriamente di votarlo, se diventassi scemo.

Alessandro Busetto

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Sindacalista, dirigente regionale della Confederazione Unitaria di Base (CUB), è il candidato del Partito Comunista dei Lavoratori (il cui portavoce nazionale è Marco Ferrando, di fianco al quale il sottoscritto sfilò in più occasioni nei bei tempi dei cortei contro la base militare Dal Molin a Vicenza). Il PCL è simpatico e folcloristico, ma il suo linguaggio e il suo modo di porsi sono leggerissimamente sorpassati. Un voto a questo partito sarebbe, ahinoi, pura testimonianza.

Felice Casson

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In passato grande e capace magistrato, oggi autorevole esponente della sinistra PD: tra i pochi a battersi in Parlamento contro le cosiddette “leggi vergogna” e tra i pochissimi nel PD a mantenere una certa autonomia dall’autocrate Renzi. Casson è tra le espressioni migliori della sinistra italiana, e rappresenta sicuramente la strada migliore per rimettere assieme i cocci del PD locale dopo gli scandali che hanno travolto la giunta precedente.

Francesco Mario d’Elia

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Avvocato, candidato Sindaco per la lista Movimento Autonomia Venezia. Il simbolo: un leone marciano che brandisce la spada. Se mai vi confesserò che mi è scivolata la matita su quel simbolo, fatemi interdire.

Davide Scano

scano

Avvocato ecologista mestrino, è il giovane candidato del Movimento Cinque Stelle. In passato è già stato consigliere di municipalità per i Verdi. Per poter dare il mio voto a un grillino ecologista, dovrei prima drogarmi pesantemente: e purtroppo il mio pusher non lavora nei weekend.

Camilla Seibezzi

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Camilla Seibezzi è una grandissima: la citai nel mio blog già lo scorso anno, quando le diedi il mio modestissimo endorsement per le elezioni europee. È una protagonista delle sacrosante e trascuratissime lotte per i diritti civili, in particolare in connessione con il mondo GLBT. Ora ha fondato una sua interessante lista, chiamata “Noi la città”, nella quale ha raccolto la parte migliore della sinistra critica locale.

Giampietro Pizzo

Giampietro_Pizzo

Economista legato al mondo del microcredito, già esponente del Partito Comunista e poi di SEL, animatore di molte iniziative legate alla valorizzazione del territorio, è il candidato Sindaco della lista civica Venezia Cambia 2015. Inizialmente sembrava dovesse confluire nel sostegno a Casson, ma poi non se ne è fatto nulla. Il progetto è senza dubbio interessante: vien da chiedersi però quanta speranza abbia, soprattutto tenendo conto della gran quantità di candidati connessi alla medesima area politica.

Francesca Zaccariotto

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Già presidente della Provincia, doveva essere la candidata di tutto il centrodestra, ma qualcosa è andato storto: Forza Italia e NCD si sono spostati su Brugnaro, e a lei sono rimasti un po’ di combattive liste civiche e i fascisti di Fratelli d’Italia. Che bel personcino sia questa signora lo testimoniano le sue graziose uscite pubbliche, anche sui social network: qualche tempo fa in un suo post su Facebook, peraltro assai sgrammaticato, la nostra eroina invocava a gran voce la chiusura del padiglione islandese della Biennale (la cosiddetta “moschea”) dispiacendosi del fatto che da “noi” non si possa fare lo stesso che da “loro”, vale a dire prendere a sassate gli “infedeli”. Spero che chi la frequenta si lavi ben bene le mani dopo ogni incontro.

E quindi?

E quindi io voterò per Felice Casson. A dire il vero mi dispiace molto non votare per Camilla Seibezzi: ma è da quando ho diritto di voto che scelgo partiti con scarse se non nulle possibilità di vittoria. Per una volta che un candidato che mi piace ha ottime chance di farcela, voglio approfittarne. Anzi, sono molto orgoglioso di avere la possibilità di sostenere un personaggio che rappresenta molto bene ciò che ho sempre pensato che la sinistra debba essere: onesta, rigorosa, pragmatica, fiera delle sue radici.

Le Regionali in Veneto

Passiamo ora alle elezioni regionali. Ecco i candidati alla poltrona di Governatore, anche qui in rigoroso ordine alfabetico.

Jacopo Berti

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Giovane imprenditore padovano, è il candidato del Movimento Cinque Stelle. Quindi, per una persona di sinistra, antirazzista e razionalista come il sottoscritto, è un candidato che non esiste. Quello che vedete nella foto qui sopra è solo un ologramma. E se lo vedete sfocato, dev’essere colpa delle scie chimiche.

Laura di Lucia Coletti

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Candidata per la lista L’altro Veneto, è esponente della sinistra locale e ha l’appoggio di Comunisti Italiani e Rifondazione. L’accolita è il classico accrocchio di “ex” tanto pieni di idee ingenuamente buone quanto colmi di contraddizioni, sia tematiche sia metodologiche. Almeno hanno ben chiaro con chi si può e non si può collaborare.

Alessandra Moretti

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Candidata del PD, Verdi e SEL, più un paio di liste civiche e una lista para-leghista di nome Progetto Veneto Autonomo. La Moretti è garbata e simpatica, e ha compiuto l’apprezzabile gesto di dimettersi da parlamentare europea prima di intraprendere la corsa a governatore. Certo, la sua preparazione è quantomeno dubbia e talvolta quando apre bocca spara cazzate sesquipedali, ma da una renziana non ci si può aspettare più di tanto. Lo scazzo tra Zaia e Tosi le sta dando qualche (flebile, a giudicare dai sondaggi) speranza di conquistare una regione allergica alla sinistra da sempre.

Alessio Morosin

morosin

Siccome due candidati razzisti e xenofobi (più la lista a sostegno della Moretti) non bastavano, eccone un terzo: questo signore è un indipendentista duro e puro, tanto che, da avvocato, difende quei lord che stavano preparando il “tanko” per la secessione dall’Italia. Gente le cui idee sarebbero sembrate vecchie ai tempi della Lega di Cambrai.

Flavio Tosi

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Da lombrosiano qual sono, non posso che titubare di fronte a un tizio con la faccia da dobermann. E infatti anche se adesso gioca a fare il leghista “moderato” (a quando la cacca profumata?), in realtà il nostro vanta nel suo curriculum certe sparate che a confronto Salvini sembra Alex Zanotelli. Infatti ha anche avuto una condanna per odio razziale: ma in Italia, si sa, le condanne danno lustro alla carriera politica anziché, come nei paesi normali, segnarne la fine.

Luca Zaia

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Per motivi incomprensibili ai più, questo lungagnone che campa di politica da quand’è nato (Consigliere Provinciale di Treviso, Presidente della Provincia di Treviso, vicegovernatore del Veneto, Ministro delle Politiche Agricole nel Governo Berlusconi IV, Presidente della Regione Veneto), manda in sollucchero la maggioranza dei votanti di questa sgangherata parte di mondo. Certo, da queste parti siamo talmente acuti che basta dichiararsi leghista e fare qualche sparata razzista contro gli immigrati per ricevere vagonate di consenso: ma dopo decenni in cui la Lega governa Regione e Stato senza cavare un ragno dal buco, anzi peggiorando parecchio le cose, ci si aspetterebbe che qualcuno faccia due più due. Ogni tanto mi chiedo perché non succede, ma poi mi rispondo: “Ehi, siamo in Veneto!” E tutto diventa più chiaro.

E quindi?

Quindi è un casino. Chi mi conosce sa che pur di bloccare un leghista sarei disposto a vendere mia madre a tranci al mercato del pesce. Infatti fino a qualche tempo fa pensavo che avrei votato, turandomi il naso con un mollettone da sei chili, Alessandra Moretti: l’unica che può (ipotetica del terzo tipo) sperare di farcela. Rende tutto più complicato, se non impossibile, il fatto che a sostenerla vi sia anche una lista indipendentista: è incredibile, in Veneto dovunque ti giri c’è un leghista, escono dalle fottute pareti. Quindi mi toccherà votare per Laura di Lucia Coletti: voto di pura testimonianza, ne sono pienamente consapevole. Ma l’argine contro il razzismo e il separatismo è per me troppo importante, è un valore assolutamente non negoziabile: cara ladylike Moretti, la prossima volta stai attenta a chi ti metti in casa. Per quale caspita di motivo un separatista dovrebbe votare per te, quando ha a disposizione ben tre candidati tra cui scegliere? Qual è il senso di mettere la stessa opzione dappertutto? Sono esagerato se dico che rimpiango i bei tempi andati in cui c’erano schieramenti chiari che sostenevano istanze completamente differenti?


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